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Intelligenza Artificiale in sala operatoria. L'AI in sanità non è futuro, è già realtà

Intelligenza Artificiale in sala operatoria. L'AI in sanità non è futuro, è già realtà

22-12-2025

L'Intelligenza Artificiale è già entrata concretamente negli ospedali italiani. A raccontarlo a Corriere Innovazione è Valeria Sandei, CEO di Almawave, che sta portando l’AI dentro i processi sanitari più complessi, con un obiettivo preciso: restituire tempo al medico e attenzione al paziente.

Intervistata da Alessia Cruciani, Sandei dice: “Tutto nasce dall’esigenza di liberare il medico da una serie di incombenze che non sono direttamente legate alla cura, ma che occupano una parte enorme della sua giornata. L’AI serve proprio a questo: permettere ai clinici di lavorare meglio, in modo più efficace, senza sottrarre attenzione al paziente”. Ad esempio, per redigere il verbale operatorio, una relazione fondamentale anche dal punto di vista clinico e amministrativo. “Con l’AI può farlo in tempo reale, a voce. Il sistema recupera le informazioni necessarie, propone una bozza strutturata che il medico poi rivede e valida. Questo è un enorme vantaggio: scrivere tutto subito rende la documentazione più precisa e tutela il paziente. Farlo ore dopo, quando la memoria è meno nitida, è meno efficace”.

E l’AI può aiutare anche nel recupero delle informazioni cliniche durante l’intervento?

"Sì. Il clinico può consultare manuali, dati del paziente, valori aggiornati, tutto mentre opera. Le informazioni sono disponibili per l’intera équipe chirurgica. È un supporto che aumenta la qualità e la sicurezza dell’atto medico, senza mai togliere responsabilità a chi decide".

Leggi l’intervista completa sul Corriere della Sera L'Economia Innovazione.