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“Senza sicurezza Made in Italy a rischio”

“Senza sicurezza Made in Italy a rischio”

15-02-2019

L’intervento del Presidente AlmavivA Alberto Tripi a ITASEC2019

"Senza Cybersecurity, corriamo il rischio di perdere il Made in Italy" - spiega Alberto Tripi, intervenuto durante la conferenza nazionale sulla sicurezza informatica ITASEC19 come delegato Cybersecurity di Confindustria -. Il pericolo non è il ricatto in bitcoin che richiede chi blocca le aziende. Il rischio vero riguarda gli attaccanti che entrano nelle imprese e ci succhiano i dati. Una volta ottenute queste informazioni un concorrente può non solo copiare un prodotto ma, conoscendo filiera e rete di vendita, farlo in modo più competitivo.”

“Per molti anni, come imprenditori - ammette Tripi - abbiamo sottostimato il rischio. Iniziamo solo adesso a renderci conto quanto le aziende siano esposte. Serve quindi un percorso di formazione degli imprenditori.”

Alberto Tripi definisce l'Italia “un Paese in turbolenza. Siamo in fondo alla classifica come informatizzazione ma tra i primi come attacchi hacker. Basta questo per dire che a portare rischi non è l'informatica ma la sua mancanza.”

Confindustria sta quindi dando "grande enfasi alla cybersecurity" ed è "ottimista sulla capacità di contribuire a innalzare il livello di guardia". Il supporto è decisivo non tanto per le grandi aziende, che "sanno di essere a rischio". Ma, conclude Tripi, "hanno bisogno del nostro aiuto soprattutto le 140.000 PMI con meno di 100 dipendenti iscritte a Confindustria.”