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Intervento di Alberto Tripi al Convegno: "Leadership e Responsabilità Sociale"

Intervento di Alberto Tripi al Convegno: "Leadership e Responsabilità Sociale"

17-04-2007

Ringrazio gli amici del Rotary che hanno avuto la sensibilità e anche il coraggio di affrontare per un’intera giornata un tema così impegnativo come la “Leadership e Responsabilità Sociale”.

17/04/2007

Ringrazio gli amici del Rotary che hanno avuto la sensibilità e – se permettete – anche il coraggio di affrontare per un’intera giornata un tema così impegnativo come la “Leadership e Responsabilità Sociale”.
E’ un tema che solitamente viene affrontato in contesti diversi, ma occupa molta attenzione nelle aziende.

 
Agli organizzatori di questa giornata non è sfuggita l’importanza dei valori che stanno alla base dell’affermazione della Leadership all’interno delle aziende e del profondo significato che hanno assunto i princìpi della Responsabilità Sociale.
 
L’impresa moderna non soltanto è il luogo fisico dove avviene la produzione dei beni materiali e immateriali, ma è il perimetro dentro il quale sono entrati (oltre al profitto) nuovi valori e nuovi problemi. ETICA, TRASPARENZA, REPUTAZIONE, SERVIZIO: sono questi i nuovi concetti che distinguono l’impresa di oggi da quella tradizionalmente legata allo sviluppo industriale.
 
Negli anni ’80 si è affermato con forza il concetto di qualità. Negli anni ’90 ha cominciato (negli Stati Uniti) ad emergere il concetto di “responsabilità sociale” (Corporate Social Responsability) che impone agli imprenditori di legittimare il loro operato verso i dipendenti, i cittadini, il mercato, l’ambiente.
 
Non a caso si sono moltiplicate nelle aziende numerose iniziative che tendono a codificare comportamenti corretti e trasparenti.
Mi riferisco al Codice Etico, alla Carta dei Valori, ai criteri che regolano la Governance, cioè a quell’insieme di interventi che si sono diffusi in questi ultimi anni con l’obiettivo di rendere la Responsabilità dell’impresa un concetto non effimero, capace di affermarne la “reputazione” come un pilastro fondamentale.
 
Sappiamo che a questo risultato ha contribuito in modo determinante il processo di affermazione dei diritti che l’Unione Europea ha affermato nel Libro Verde del 2001, e che rappresentano la piattaforma culturale e morale del Vecchio Continente.

 
A questo si è aggiunta una maggior sensibilità verso i temi dell’ambiente (fino a pochi anni fa del tutto trascurata) che ha portato a una definizione più completa dell’azienda come soggetto “socialmente responsabile”.

 
Non a caso oggi si parla di “bilancio sostenibile”, inteso come bilancio legato a valori (sociali e ambientali) che vanno oltre la contabilità tradizionale. 
 
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Per quanto riguarda il Gruppo AlmavivA, dove lavorano circa 15.000 dipendenti, posso dire che questa problematica non solo è particolarmente seguita, ma ha trovato pratica attuazione in un modello organizzativo di forte contenuto etico.

 
Nel febbraio del 2006 il modello si è tradotto in un Codice Etico del Gruppo, che è applicato (e monitorato costantemente) a livello degli organi sociali, del management e dei prestatori di lavoro di tutte le Società.

 
 

Il rispetto delle regole di trasparenza e di correttezza è doveroso non soltanto per ciò che il Legislatore ha codificato con la Legge 231, ma anche per la delicatezza della missione che viene svolta da settori della mia Azienda.
 
Mi riferisco in particolare alle attività che si indirizzano verso la Pubblica Amministrazione Centrale e Locale.
Nel mio Gruppo operano società che si sono aggiudicate numerose gare pubbliche per importanti interventi destinati ai cittadini.
Tra questi: la Carta Nazionale dei Servizi, la Carta Regionale per il Sistema Informativo Sanitario della Lombardia, e la Carta d’Identità Elettronica per il Ministero dell’Interno.
In ciascuna di queste situazioni è entrata in ballo l’esigenza di un’assoluta correttezza e trasparenza nei rapporti con la Pubblica Amministrazione.
Allo stesso modo, il mio Gruppo si trova ad operare nel settore della finanza (un settore dove le regole sono “saltate” in occasioni anche recenti) e un’altra società del mio Gruppo - AlmavivA Finance (ex-Banksiel) - ha offerto al mercato un sistema informatico che consente di affrontare il problema del “market abuse”, cioè il fenomeno delle transazioni anomale che si possono registrare tra gli azionisti e gli operatori delle banche e della borsa.
 
Potrei fare molti altri esempi di situazioni nelle quali ci dobbiamo misurare come Azienda con senso di responsabilità e con assoluta trasparenza.
Non è facile - credetemi - misurarsi con un mercato in cui molte volte le regole “saltano” perché gli stessi soggetti pubblici non si preoccupano di rispettarle.
Vorrei infine aggiungere un’ultima informazione che riguarda la vita del mio Gruppo. Proprio in questi giorni AlmavivA ha messo a punto un Sistema di Gestione per la Responsabilità Sociale che attraverso un meccanismo di “segnalazioni” consente a ogni lavoratore dipendente di indicare le condizioni di malessere e di difendere i suoi diritti nel luogo di lavoro.
 
E’ un sistema finalizzato a rafforzare l’etica dell’impresa e che, attraverso l’applicazione di un modello certificato a livello internazionale, potrà rafforzare la reputazione sul mercato e nella Società.

 
 

Ad oggi nel mondo le Aziende certificato sono 1.112, un numero ancora troppo modesto. Di queste, il 38% è rappresentato da Aziende italiane.
Mi auguro che presto AlmavivA possa aggiungere il suo nome a questo elenco.
 
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Credo che i riflettori di questo Convegno debbano essere riportati al tema centrale della Leadership e della Responsabilità Sociale.

 
Se vogliamo ritrovare la strada di una società non afflitta da conflitti e da patologie insuperabili, dobbiamo cominciare da noi stessi, dalle realtà che abbiamo costruito con saggezza (oppure con quella punta di follìa che appartiene alla natura stessa dell’imprenditore).

L’etica non è un alibi, né il pannicello caldo e “originale” che serve a coprire le pratiche più disinvolte.
L’etica è “conveniente” perché riduce i conflitti dentro le Aziende, riduce i costi e crea un vantaggio di “reputazione” che è un fattore vincente.
L’etica è prima di tutto dentro di noi e dentro i valori che vogliamo rispettare per costruire una società “sana” per le generazioni future.

 
Ben venga quindi il richiamo costante all’osservanza dei valori e delle norme che rappresentano la base per una leadership autorevole ed esemplare.

 
Dietro la scrivania di un noto personaggio dell'economia ho letto un giorno questa frase: “Dall’alto in basso, l’esempio è la forma più bella di autorità”.

 
 

Anch’io credo che questo principio valga più di tante parole