09-10-2023
Che cos’è l’Italian Technology? E’ la via italiana al digitale, raccontata dall’AD del Gruppo Almaviva Marco Tripi, nell’intervista di copertina di Forbes di ottobre.
“La tecnologia Made in Italy è una seconda esplosione del genio italiano, dopo quella rinascimentale”, scrive il direttore della testata Alessandro Rossi, che firma l’intervista.
Tripi, “imprenditore e manager di grandi intuizioni. Sa muoversi sui mercati mondiali con grande attenzione e colpisce sempre il bersaglio laddove ci sono possibilità di crescita”, descrive il percorso che ha portato il Gruppo a diventare un network globale da oltre un miliardo di fatturato, affermandosi su mercati esteri evoluti come Stati Uniti, Regno Unito, Finlandia, per citarne alcuni.
I competitor sono i colossi mondiali del settore IT. L’italianità è elemento fondante e valore identitario.
“Il mio approccio è da imprenditore, non da manager: c’è molta differenza”, dice Tripi “Negli ultimi anni la gran parte delle aziende italiane del settore è stata venduta, tendenzialmente a fondi di investimento. In Italia le società di tecnologia e telecomunicazioni italiane controllate da imprenditori sono pochissime, da qui la nostra unicità. Abbiamo la percentuale più bassa di attività imprenditoriali nel settore rispetto a tutti i Paesi occidentali più sviluppati”.
E qual è, secondo lei, la differenza tra gestione imprenditoriale o manageriale di un’azienda?
“Si rileva dall’intensità, dalla perseveranza che un imprenditore mette nell’affrontare le sfide, nella volontà di creare una realtà solida, duratura e che porti valore alle persone e al Paese. Vendere un’azienda non è un male ma cambia la prospettiva. Ogni settimana, per dire, si affaccia un fondo a farci un’offerta. Ma vince la voglia di creare qualcosa di significativo, di crescere, di essere la prima società IT in Italia e poi la prima in Europa e questo è un approccio diverso da quello di chi mira a massimizzare la vendita. L’aver potuto accompagnare la nascita, la crescita e l’ultimo rapido sviluppo del Gruppo mi porta a puntare più alla soddisfazione di farlo crescere ancora, anche all’estero, che di contare i soldi.
Insomma, esportate tecnologia.
“Non solo, oltre a esportare tecnologia, siamo attrattivi sul mercato del lavoro e importiamo talenti. Tra i nostri dipendenti italiani si contano ben 25 nazionalità, recentemente abbiamo assunto 15 ingegneri indiani che hanno studiato in Italia”.
Siete presenti in diversi asset critici del Sistema Paese. Si può dire che siamo nelle vostre mani?
Non esageriamo. Però qualcosa di vero c’è perché supportiamo la digitalizzazione del Paese. Quello della Pubblica amministrazione è un ambito molto ampio dove non siamo soli. Ma le faccio io una domanda: rispetto agli asset critici del nostro Paese è meglio essere nelle mani di una società italiana e della tecnologia made in Italy o nelle mani di una società estera?
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