19-05-2025
"Più che di Intelligenza artificiale sarebbe opportuno parlare di Intelligenza aumentata. È sempre l'uomo protagonista e artefice dell'uso degli strumenti. Così si sgombra il campo anche da molti equivoci".
A parlare è Alberto Tripi, Presidente del Gruppo Almaviva e Special Advisor di Confindustria per l'Intelligenza artificiale, nell'intervista di Nicoletta Picchio, su Il Sole 24 Ore.
"Utilizzare l'intelligenza aumentata è un must, non possiamo farne a meno, finiremmo per non essere più competitivi. Tutto il mondo sta andando in questa direzione".
In un confronto con l’Europa, in Italia "siamo molto meno in difficoltà rispetto a quanto possa apparire - dice Tripi - Vorrei sottolineare una caratteristica del nostro paese: sappiamo gestire il caos, abbiamo una forte e innata capacità di adeguarci ai tempi e ai cambiamenti. A gennaio Almawave, società del gruppo, ha lanciato Velvet, modello di AI generativa realizzato in Italia.
Basta guardare i dati dell'export per rendersi conto della competitività dei nostri prodotti. Possiamo diventare un paese leader nell'utilizzo dell'intelligenza aumentata, già ci sono sistemi che si stanno introducendo nella sanità, riducendo per esempio le liste d'attesa, nella Pa, nei trasporti.
Si possono ottimizzare gli acquisti ricorrendo alle banche dati, migliorare la logistica, rendere più efficace l'analisi predittiva della manutenzione, gestire l'utilizzo dell'energia. Penso anche alla sicurezza sul lavoro. Noi abbiamo uno dei sistemi industriali più competitivi al mondo, ma non possiamo fermarci, il mondo va avanti su questa strada e noi dobbiamo raggiungere sempre nuove frontiere".
E, in merito alla necessità di investire di più in ricerca e innovazione: "Bastano pochi miliardi per attivare un volano importante. Ciò che viene investito, sia a livello di sistema che di singola impresa, viene compensato dai risultati positivi".
Si rischia di avere troppe regole? "Non dobbiamo ingessare questa evoluzione, ma occorre trovare un equilibrio tra l'evoluzione tecnologica e le possibili deviazioni. C'è un dialogo attivo con le istituzioni, anche con il Vaticano. È un mondo in evoluzione costante, le regole dovranno essere continuamente riviste. Ma occorre trovare un equilibrio."