16-11-2022
“Essere allo stesso tempo manager e imprenditori di un’azienda a guida familiare ci permette, se serve, di cambiare strategia rapidamente, seguendo l’evoluzione del mercato e le crescenti esigenze di digitalizzazione, mantenendo comunque un’ottica di lungo periodo. Abbiamo una solida base di know-how che ci consente di proiettarci anche all’estero”.
Così Marco Tripi, AD del Gruppo Almaviva, intervistato da Giorgio Rutelli su Formiche.net.
Almaviva quest’anno supererà la soglia di un miliardo di fatturato e registra ordini da Usa, Regno Unito, Finlandia, Arabia Saudita, Belgio, Svizzera. E dal ministero della Giustizia in Tanzania. E in Italia ha 44 sedi e quest’anno assumerà mille persone.
I conti, che il gruppo ha appena presentato agli analisti, registrano un margine operativo cresciuto di sei volte in cinque anni (+25% sul 2021). Il backlog di ordini vale tre volte e mezzo i ricavi, un parametro record non solo in Italia ma a livello europeo. S&P ha appena alzato il rating a BB-.
"Abbiamo due direttrici principali: o investiamo nei settori in cui siamo esperti, o nei due mercati che conosciamo meglio, cioè Italia e Brasile, dove siamo presenti da molti anni” - dichiara Marco Tripi - “Una commessa importante è appena arrivata da Washington, nel settore del trasporto ferroviario nel quale siamo leader”.
“Il nostro modello organizzativo ibrido ci permette di puntare molto sulle aree interne e sul Mezzogiorno, eppure siamo attrattivi anche all’estero: cresce la quota di stranieri che fa domanda per lavorare da noi”.
Da molti anni “puntiamo su una cultura di impresa “responsabile”. Quest’anno pubblicheremo il nostro primo bilancio di sostenibilità, e i certificati che otteniamo non sono semplici adempimenti ma la prova di un lavoro di integrazione e valorizzazione di attività con impatto positivo sull’ambiente e la società. Come le nostre Academy in azienda, le collaborazioni con le università”.
“Abbiamo una importante disponibilità finanziaria per acquisizioni e ne stiamo facendo alcune mirate in Italia, nell’alta tecnologia. Diversificare ci permette di essere più tranquilli in un contesto che cambia molto velocemente. Ma, diversamente da altri, non abbiamo intenzione di vendere, bensì di reinvestire e di crescere ancora, per riportare l’Italia a essere una forza anche in campo tecnologico”.
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