07-05-2012
Gli analisti di mercato, a fronte di una caduta libera dei margini di profitto e di una domanda consumer molto debole, descrivono il 2011 come l’anno peggiore del mercato ICT italiano.
Gli analisti di mercato, a fronte di una caduta libera dei margini di profitto e di una domanda consumer molto debole, descrivono il 2011 come l’anno peggiore del mercato ICT italiano. Questo, almeno, a una lettura tradizionale dell’ICT, come ha rilevato di recente Paolo Angelucci, Presidente Assinform.
Non si tiene conto, infatti, della convergenza tra IT e TLC, sempre più stretta. Convergenza che genera una riclassificazione dell’ICT secondo la nuova categoria del General Digital Market, capace di misurare le nuove componenti della domanda digitale. E anche di lanciare segnali di ottimismo.
Ne parliamo con Roberto Saracino, CIO della Direzione ICT di AlmavivA.
Può darci un quadro d’insieme delle tendenze del mercato italiano ICT?
La situazione non è certo confortante. Ma è anche vero che ci sono elementi positivi che non possiamo sottovalutare, come l’opportunità di realizzare l’Agenda Digitale in tempi certi, di sviluppare nuovi modelli di business fondati sulla diffusione di servizi e di contenuti digitali, oltre alla crescita esponenziale del Cloud Computing. Il nodo da sciogliere, a nostro avviso, è questo: se noi continuiamo a guardare all’IT tradizionale, ovvero agli investimenti in tecnologie, gestiti dal CIO e dai dipartimenti IT delle aziende, ci troviamo di fronte ad un mercato a dir poco fermo, se non in recessione.
Ma questa vista non corrisponde più alla realtà e all’evoluzione di questo mercato. Parlo di un nuovo approccio che trasformerà in modo inarrestabile la domanda e il posizionamento degli ICT leader.
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