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Nota del Gruppo AlmavivA su Atesia

Nota del Gruppo AlmavivA su Atesia

20-10-2006

L’alternarsi di notizie impone un chiarimento sulle iniziative che l’Azienda ha assunto ed intende assumere

20/10/2006

L’alternarsi di notizie, indiscrezioni, illazioni, spesso tra loro contraddittorie, in merito ai possibili sviluppi dei rapporti di lavoro intrattenuti con il personale impegnato nelle nostre attività, impone un chiarimento sulle iniziative che l’Azienda ha assunto ed intende assumere.

Innanzitutto, intendiamo ribadire –una volta di più- il nostro fermo e motivato convincimento di aver sempre operato nel rigoroso rispetto della Legge, dei Regolamenti e degli accordi raggiunti,in più di una occasione, con le rappresentanze sindacali. D’altro canto, nessun osservatore in buona fede può negare il fatto che il Gruppo AlmavivA sia l’unico operatore del settore dei call e contact center ad aver assunto negli ultimi anni circa 4000 lavoratori a tempo indeterminato, e che in Atesia, in particolare, il piano di stabilizzazione derivante da diversi accordi sindacali ha portato il numero di lavoratori subordinati da 90 a circa 400. Questo piano di stabilizzazione, che avrebbe comportato l’assunzione tramite contratti di lavoro subordinato di oltre 2000 risorse, è stato bruscamente interrotto in seguito ai rilievi mossi dall’Ispettorato del lavoro con i verbali del 21 e del 25 agosto che ha contestato la nostra organizzazione del lavoro e, nei fatti, gli stessi accordi sindacali.
Riteniamo tali rilievi privi di fondamento giuridico e contraddistinti da evidenti lacune sul piano formale. E consideriamo profondamente ingiuste talune –fortunatamente isolate- campagne di stampa agitate contro Atesia ed il Gruppo AlmavivA che purtroppo hanno creato e creano enormi danni a livello commerciale ed operativo.
Abbiamo guardato con attenzione ed interesse agli sforzi che le Istituzioni e le parti sociali hanno posto in essere in queste settimane, al fine di rendere più chiara la disciplina del nostro settore che certamente ha sofferto più di altri di alcune incertezze interpretative della Legislazione di riferimento e dei condizionamenti che ciò ha determinato sul versante delle gare, tutte assegnate al massimo ribasso. La Circolare del Ministro del lavoro, il disegno di Legge Finanziaria e, da ultimo, l’Avviso Comune sottoscritto dalle parti sociali il 4 ottobre u.s. tendono ad affermare una fondamentale “certezza del diritto”, fatta di regole chiare ed uguali per tutti, che siamo convinti non possa che portare benefici ai lavoratori e alle imprese del settore.
Il Gruppo AlmavivA, non avendo nulla da temere da un contesto competitivo basato non tanto sul regime tariffario praticato, quanto sulla qualità dei servizi erogati, appena approvata la Legge Finanziaria, intende avviare immediatamente la stabilizzazione per migliaia di lavoratori.
Tuttavia vi è il concreto rischio che tale processo non possa riguardare i lavoratori di Atesia. Lo diciamo con rammarico, ma in ossequio ad un dovere di verità reso ancor più forte dal timore che quelle campagne di stampa cui si è innanzi accennato possano aver generato aspettative fuor di luogo o, addirittura, possano far pensare a qualcuno che dietro gli accordi e le possibili disposizioni di legge ci sia chissà quale condizione di maggior favore nei riguardi di Atesia.
Ad Atesia, l’Ispettorato del lavoro chiede la “stabilizzazione” di tutti gli operatori, a prescindere dall’attività effettuata e dall’analisi dei singoli rapporti contrattuali presupposti. Una simile pretesa si pone, a nostro avviso, in contrasto con quanto previsto dal Ministero del Lavoro nella circolare n° 17 del giugno u.s., che distingue tra attività inbound –cui si attaglierebbe la fattispecie del lavoro dipendente- ed attività outbound –per le quali sarebbe praticabile il ricorso a forme di lavoro parasubordinato-. Ma ciò che più appare intollerabile è che essa sia formulata esclusivamente nei nostri confronti. E non anche verso le altre settecento aziende italiane, nostre concorrenti, le quali, come a tutti noto, si giovano, al pari di Atesia, della collaborazione di lavoratori a progetto per l’erogazione dei propri servizi outbound organizzandoli con le stesse modalità che ci vengono contestate dagli Ispettori del lavoro. Che le Istituzioni stabiliscano e facciano in modo che ciò che vale per noi vale per tutti e ci adegueremo; in caso contrario non potremo accettare comportamenti discriminatori verso Atesia che avrebbero come unico effetto la fuoriuscita dal mercato della stessa.
Se verrà quindi garantita concretamente ad Atesia una parità di trattamento rispetto ai propri concorrenti, l’azienda sarà in condizione di assecondare i processi di “stabilizzazione” eventualmente indotti dalla nuova normativa. In caso contrario, nostro malgrado, non avremo alternative al “congelamento” dell’attuale situazione, sino a che la Magistratura non si sarà espressa, in modo definitivo e conclusivo, sulla vicenda