Almaviva è Socio Partecipante della Fondazione che supporta la candidatura di Roma a ospitare l’Esposizione Universale nel 2030, parte attiva nella rete territoriali di preziose connessioni in campo istituzionale, associativo, imprenditoriale, culturale e sociale.
Il Bureau International des Expositions emetterà il suo verdetto il 23 novembre, con il voto segreto di 171 Paesi.
Il valore complessivo dell’impatto economico generato da Expo Roma 2030 per l’Italia è stimato in 50,6 miliardi di euro, con 18,2 miliardi di effetto economico indiretto a breve e 10 miliardi di effetto economico diretto, tra investimenti pubblici e privati e dei partecipanti.
Le presenze attese ammontano a 30 milioni, mentre sono calcolate in 11mila le nuove aziende che saranno generate con 300mila nuovi posti di lavoro.
Il fulcro dell’Esposizione è immaginato nell’area di Tor Vergata, in un piano di riqualificazione che prevede anche una piena utilizzazione delle Vele della Città dello sport, dell’architetto spagnolo Calatrava, e che attraverso progetti di mobilità sostenibile andrebbe a collegare l’area espositiva con i siti archeologici della via Appia e con il cuore di Roma.
In un approccio Carbon Net-Zero, il sito di Roma vivrà anche grazie all’Expo Solar Park progettato da Carlo Ratti insieme all’architetto Italo Rota e all’urbanista Richard Burdett.
Si tratterebbe di un parco energetico solare di 150mila metri quadrati con una capacità massima di produzione di 36 megawatt, che lo renderebbe il più grande parco solare urbano al mondo, simbolo delle isole urbane del XXI secolo, in uno stupefacente sistema di produzione energetica che sarà collegato con l'"Eco-system 0.0”.
L'idea madre è quella di ridisegnare e riprogettare l'interazione tra uomo e contesto urbano ad ampio spettro. I Paesi ospitati saranno coinvolti fattivamente nella progettazione dei padiglioni tematici.
Il Roomscape verrà realizzato grazie alle energie di tutte le nazioni coinvolte, in una logica di cooperazione con il Paese ospitante che varcherà la durata dell’evento.
I cittadini di tutto il mondo potranno vivere, durante la loro permanenza a Roma, il Lasting Pavilion costruito dal proprio Stato all’interno di questo Parco di ricerca.
Grande attenzione è stata posta sulla legacy del post-Expo, mettendo a frutto le Best Practices già sperimentate a Milano 2015 ed in altre Expo di successo.
Cambiamenti climatici, sfruttamento delle risorse, sviluppo urbano, grandi flussi migratori: i temi che nella piattaforma di Expo 2030 Roma saranno attivamente indagati per introdurre nuove soluzioni, idee e strategie.
Il logo dinamico della candidatura, realizzato da M&C Saatchi, raffigura la porta cittadina che accoglie mentre apre a nuovi orizzonti, attraverso sfaccettature multicolor a simboleggiare il dinamismo dell'osmosi culturale, seppur esaltando la propria identità storica ed evocativa con la forma dell’Arco. Esempio di NFT (non-fungible token), che ci conduce in una nuova dimensione interconnessa, digitale e rispettosa dell’ambiente.
La campagna “Humanlands”, pensata dall’agenzia Superhumans, accompagna la promozione di Expo Roma 2030.
Protagonisti sono una bambina “gigante” che pianta un albero tra la storia di Roma al Colosseo (simbolo di rigenerazione del territorio e politiche ambientali), una pittrice, sempre “gigante”, che ridipinge il Gazometro (l’inclusione e l’espressione artistica), e tre ragazzi che siedono sul Parco dell'acquedotto (l’innovazione e le nuove soluzioni per la mobilità).
Voluta la surreale sproporzione tra le persone e le costruzioni della città: un mezzo per descrivere la centralità dell'elemento umano, immaginato in grado di prendersi cura allo stesso tempo del proprio habitat - il centro storico, la campagna, i quartieri più urbanizzati - e del paesaggio.