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Intervento di Alberto Tripi al Convegno Space Economy 2007: "L’Italia dello Spazio nel Sistema economico italiano"

Intervento di Alberto Tripi al Convegno Space Economy 2007: "L’Italia dello Spazio nel Sistema economico italiano"

09-05-2007

Quest’anno abbiamo voluto arricchire il dibattito con la presentazione del Quaderno “Tecnologie, progetti e prospettive della Space Economy italiana”, curato da Giovanni Caprara

09/05/2007

Il numeroso e qualificato panel che a cadenza annuale si riunisce in questa splendida cornice del Salone degli Arazzi, ospite del Ministro dello Sviluppo economico che ringrazio calorosamente, è la dimostrazione della crescente importanza che “L’Italia dello Spazio” va conquistando nel sistema economico italiano.

Quest’anno abbiamo voluto arricchire il dibattito con la presentazione del Quaderno “Tecnologie, progetti e prospettive della Space Economy italiana”, curato da Giovanni Caprara con il contributo di altri giornalisti esperti del settore (Bozzoni, Campesato e Di Bernardo), che intende offrire un punto di monitoraggio sugli sviluppi di un comparto che si articola in numerose applicazioni industriali, ma il cui baricentro si identifica nella tecnologia aerospaziale.

 
Il “Quaderno” rappresenta anche lo stimolo per l’Osservatorio permanente sullo sviluppo qualitativo e quantitativo dell’”Economia dello Spazio”, da realizzarsi con il coinvolgimento delle Associazioni imprenditoriali, dell’Agenzia Spaziale Italiana e delle Istituzioni coinvolte.
 
Il mutato rapporto dell’uomo con lo Spazio, come habitat fortemente pervasivo e trasversale e come idea di una “Space Economy”, è una conquista relativamente recente che testimonia l’evoluzione dello Spazio dal mero campo della ricerca a quello dell’economia.
E in questi anni già si parla di “turismo spaziale”, con una sua dimensione reale entro il 2010.
 
Alcuni settori economici testimoniano con particolare immediatezza l’importanza di questo “salto” tecnologico; tra questi è sicuramente emblematico il comparto delle applicazioni basate sulle tecnologie spaziali.

 
 

L’iniziativa “Space Economy”è nata nel 2003 con l’obiettivo di stimolare il dibattito istituzionale sul settore e di monitorare la situazione di mercato.

 
 

Con l’evoluzione di questi anni, lo Spazio si avvia a costituire un valore aggiunto importante per la crescita economica e per la sicurezza delle nazioni che sapranno agire da protagoniste in questo settore.
 
Crediamo, quindi, che le possibilità di crescita di questo settore meritino tutta l’attenzione delle istituzioni, così come crediamo che sia importante che la più ampia platea di utenti individuali e collettivi conosca le potenzialità delle applicazioni e dei servizi spaziali e senta l’importanza di assegnare al nostro Paese, e all’Europa, un ruolo non secondario nella competizione globale in questo campo.

 
 

Sono innumerevoli i servizi di cui la Società ha bisogno e che le potenzialità delle tecnologie spaziali, integrate con l’ICT e i servizi innovativi, sono in grado di “governare” ed abilitare, sviluppandone le necessarie applicazioni. Per citare i più rilevanti:
 
• protezione civile e sicurezza,
• prevenzione e gestione delle situazioni di emergenza,
• gestione e “lettura” del territorio e servizi per l’agricoltura,
• logistica e trasporti,
• reti di telecomunicazioni,
• telemedicina, telemetria e telecontrollo,
• reti aziendali,
• tutela dei beni ambientali e culturali,
• sicurezza dei confini e delle infrastrutture.

 
 

Ma la sfida per lo Spazio e per la diffusione delle sue applicazioni è una sfida più ampia, e ogni Paese deve essere consapevole dell'importanza strategica di questo settore e della necessità di assicurarne lo sviluppo sia attraverso gli investimenti, sia con la costruzione e il rafforzamento di un vero tessuto imprenditoriale nazionale.

 
 

Sulla “scena spaziale” sono entrati nuovi protagonisti come l’India e la Cina, che hanno raggiunto Stati Uniti, Europa, Russia e Giappone nell’autonomia di produzione e lancio di sistemi spaziali.
Proprio con l’India il nostro Paese ha avviato una importante collaborazione, con il lancio avvenuto qualche giorno fa del satellite dell’Asi “Agile”, da un porto spaziale del Golfo del Bengala.
 
Dobbiamo quindi fare in modo che la presenza dell’Italia sulla scena internazionale si espliciti con una visibilità e un ruolo adeguati, dando impulso alle applicazioni basate sulle tecnologie spaziali le cui potenzialità rischiano di rimanere tali se mancano adeguate azioni di sviluppo e di sostegno.

 
 

L’industria spaziale italiana occupa oltre 6.000 addetti (il 65,8% nell’area manifatturiera e il restante 34,2% nell’area dei servizi) (dati 2005).
Il fatturato del 2005 ha raggiunto 1,5 miliardi di euro derivanti per il 65,4% nell’area manifatturiera e per il restante 34,6% nell’area dei servizi.
Sul territorio del nostro Paese sono già presenti importanti iniziative in campo spaziale e aerospaziale.
Mi riferisco al Distretto tecnologico aerospaziale del Lazio, a quello della Campania, ai progetti avviati in Piemonte e alle iniziative avviate dalla Sardegna.
 
Queste intraprese dimostrano che da qualche anno nel nostro Paese il tema dello Spazio sta riconquistando l’attenzione che merita in ragione della sua valenza politica ed economica.
E si va finalmente consolidando la consapevolezza che è necessario contemperare lo sviluppo dell’”industria spaziale” con lo sviluppo delle sue applicazioni per il cittadino, l’Amministrazione Pubblica, i servizi all’impresa.
 
Il 2007 si annuncia come un anno importante.
Si è insediato il nuovo Presidente dell’Agenzia Spaziale e si sta lavorando per ospitare in Italia la Conferenza dei parlamentari europei per lo Spazio.
Oggi stesso è in corso un importante Consiglio ESA e durante l’anno sono attesi l’European Space Policy e il completamento di alcuni importanti Programmi europei.
 
Galileo, GMES, Cosmo-SkyMed sono progetti di notevole impatto.
 
Le evoluzioni degli ultimi giorni del dibattito a Bruxelles sul Progetto Galileo dimostrano la necessità di un sostegno pubblico per una vera politica dello settore dello spazio.

 
 

Con il sistema europeo di navigazione via satellite Galileo verrà dato un nuovo impulso al mercato mondiale dei servizi satellitari di navigazione, posizionamento e misurazione del tempo, che si prevede apriranno nuove prospettive in vari settori commerciali e miglioreranno la vita quotidiana dei cittadini di tutto il mondo.
 
Tutti sappiamo che, nonostante gli importanti investimenti degli ultimi 40 anni, l’Italia ha ultimamente visto indebolirsi la sua posizione nel settore. Se, come sembra, si vuole invertire questa tendenza, la finestra temporale da rispettare è limitata: entro i prossimi 12-18 mesi è necessario introdurre politiche e strumenti capaci di rafforzare il ruolo italiano in Europa, per contrastare la perdita o dequalificazione delle competenze professionali e il depotenziarsi del tessuto imprenditoriale.
 
E’ pertanto urgente che il nostro Paese affronti e risolva il problema della responsabilità di Governo per il settore dello Spazio, in assenza della quale si continuerà ad invocare inutilmente un programma spaziale e un disegno di politica industriale di settore, e si continuerà ad accumulare ritardo rispetto al resto del mondo, nonostante l’importante storia italiana in questo campo e i notevoli investimenti fatti a livello nazionale o in quota a livello europeo.

E’ altrettanto urgente che siedano attorno ad un Tavolo le diverse parti coinvolte: Istituzioni centrali e locali, Imprese, Agenzie e mondo della Ricerca, esponenti del Credito e della Finanza, con l’obiettivo di dare concretezza ed efficacia alle strategie che, necessariamente, dovranno essere messe in campo.

 
Dobbiamo credere ed investire nella tecnologia satellitare per favorire l’innovazione tecnologica e lo sviluppo di nuovi servizi, ed ampliare il bacino dei potenziali consumatori ed utenti.
Dobbiamo stimolare lo sviluppo di PMI innovative, come dimostrano le positive esperienze dei distretti tecnologici aerospaziali sul nostro territorio.

 
 

E’ necessario creare nel Paese un tessuto industriale dello Spazio costituito dalle grandi e piccole industrie, in collaborazione pre competitiva.
Occorre promuovere un circolo virtuoso fra capitali pubblici e privati, che possa fare da volano alla Space economy